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Il volto nuovo dei mestieri d’arte

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 di Anna Zinola

Conservatore, educatore museale, curatore, art consultant. Sono solo alcune delle professioni che ruotano intorno al mondo dell’arte. Professioni che negli ultimi anni – a fronte dell’andamento positivo del mercato – sono guardate con interesse da molti ragazzi.

Lo dimostra il numero dei neolaureati in discipline come il management dei beni culturali oppure le tecnologie per la conservazione e il restauro.

Una volta terminato il percorso di studi, questi giovani hanno di fronte a sé due strade: lavorare per una struttura pubblica (per esempio un museo, una sovraintendenza) oppure operare per un’impresa privata (come una fondazione, una casa d’asta o una galleria).

Ovviamente nel primo caso occorre partecipare a un concorso pubblico, con tutto quello che comporta (frequenza rarefatta, tempi lunghi di svolgimento, gran numero di candidati).

Per fare fronte alle carenze dell’organico, molti enti pubblici si avvalgono spesso anche di professionisti esterni che lavorano su specifici progetti (per esempio la redazione delle schede o l’allestimento di una mostra). In tal caso, però, i contratti sono temporanei.

Diverso è lo scenario per le società private, che, di solito, coordinano direttamente il reclutamento e la selezione dei candidati. Qui le aziende più dinamiche sono le fondazioni e le case d’asta, che ricercano sia profili di carattere manageriale sia soggetti con competenze di tipo tecnico.

“Anche le banche possono rappresentare uno sbocco interessante – spiega Maria Cristina Vannini, fondatrice della società “Soluzioni museali” – Parecchie di esse si avvalgono, infatti, di un team di art consultant che seguono e gestiscono gli investimenti in opere d’arte”. 

Più limitate, almeno in Italia, sono le opportunità offerte dalle gallerie d’arte. Nella gran parte dei casi vi lavorano – oltre al gallerista, vale a dire il titolare dello spazio -  non più di una o due persone, che fungono da assistenti-factotum.

Ciò significa che si occupano un po’ di tutto: dall’allestimento delle esposizioni all’ufficio stampa, dal contatto con gli artisti a quello con il pubblico. Un’esperienza senza dubbio utile per una persona alle prime armi, ma poco valorizzante per chi ha già un percorso alle spalle. 

Di fatto una delle professioni più ambite è quella del curatore. Il suo compito?  Seguire tutti gli aspetti relativi all’organizzazione di una mostra. In tal senso la sua è una figura ancillare: è colui che sta dietro al successo di un artista o di un’esibizione. 

Tuttavia negli ultimi tempi ha acquisito una visibilità sempre maggiore, tanto che Francesco Bonami, uno dei più celebri curatori internazionali, gli ha dedicato anche un libro dal titolo emblematico “Autobiografia di un mestiere misterioso”.

twitter@AnnaZinola


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